Due i fili tematici nei concerti ottobre/ dicembre 2020: la voce, lo strumento più naturale ed espressivo, e l’anniversario di Beethoven.
Un ideale ciclo vocale vede protagonista il tenore Francesco Meli, ai vertici della scena lirica mondiale; il barocco di Vivaldi con il Coro e Orchestra Ghislieri, Premio Abbiati 2019, e l’ensemble La Reverdie,che ricrea l’atmosfera musicale del Patriarcato di Aquileia.
L’omaggio a Beethoven va dal Triplo Concerto agli ultimi lavori, proposti da Quartetto d’archi del Teatro alla Scala e Quartetto Prometeo. Evento di punta un progetto di Michele Campanella, la Maratona con l’integrale pianistica delle nove Sinfonie beethoveniane trascritte da Liszt.
I Concerti delle 18 vedono Davide Cabassi e Antonio Alessandri nel terzo appuntamento del format di RAI 5 In Itinere. Dialoghi musicali tra Maestro e Allievo; l’omaggio a Pasolini, con Roberto Calabretto e la violinista Clarissa Bevilacqua; una lezione-concerto del pianista Giovanni Nesi per sola mano sinistra.
Maurizio Baglini
Prova d’orchestra
È la principale orchestra giovanile al mondo, vivaio per eccellenza di orchestre leggendarie come i Berliner e i Wiener Philharmoniker o il Concertgebow di Amsterdam. Anche quest’anno la Gustav Mahler Jugendorchester è protagonista del concerto inaugurale al Teatro Verdi di Pordenone. Anzi, dei due diversi grandiosi concerti che il 6 e 7 settembre 2017 apriranno la Stagione musicale: direttore Ingo Metzmaecher, pianista Jean-Ives Thibaudet, con programmi dedicati al Novecento spettacolare da Schoenberg a Gershwin e al Turangalila, sorta di inno all’amore in cui si riconoscono il mondo mistico e il genio isolato di Messiaen.
Per l’orchestra si tratta di un ritorno in città dopo la residenza estiva il prossimo agosto: un progetto di respiro internazionale, che posiziona il Teatro Verdi e Pordenone a livello delle grandi capitali musicali europee.
La grande musica sinfonica
Numerosi e importanti i concerti sinfonici che costituiscono l’architettura portante della nuova Stagione, in un cartellone che, come tradizione degli ultimi anni, si inaugura con la GMJO e si chiude con il Concerto finale dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, con l’atteso ritorno del pianista Jan Lisiecki (12 maggio 2018).
Evento di punta, il concerto del 27 gennaio 2018, con Krzysztof Penderecki, presente per la prima volta al Teatro Verdi nella doppia veste di compositore e direttore, insieme alla Sinfonietta Cracovia.
Atmosfere del tutto diverse nel concerto dedicato ai grandi nomi dell’America del Novecento: Duke Ellington, Leonard Bernstein, George Gershwin nell’interpretazione di Maurizio Baglini al pianoforte, con la Filarmonica Arturo Toscanini diretta da John Axelrod (17 febbraio 2018).
Autentica “rivelazione mozartiana” secondo Le Monde, il soprano Regula Mühlemann esegue i brani dal suo ultimo cd Mozart.Arias, recentemente inciso per la Sony: con la Kammerorchester Basel diretta da Umberto Benedetti Michelangeli (18 aprile 2018), va in scena la proposta musicale protagonista di un fortunato tour europeo.
Anniversari
Dodicesima battaglia dell’Isonzo, la battaglia di Caporetto (24 ottobre 1917) segna uno degli episodi più tragici della Grande Guerra. A cent’anni di distanza, il Coro Ana di Milano propone una selezione di canti alpini e militari raccolti nel cd Decca, La mia bela la mi aspeta, con armonizzazioni di Arturo Benedetti Michelangeli (14 ottobre 2017). Un coro storico, garanzia di fedeltà e integrità in questo repertorio, per portare al grande pubblico musiche e testi fondamentali nella memoria del nostro Paese.
Cent’anni con Claude Debussy potrebbe essere il titolo del recital che il pianista Benedetto Lupo (14 gennaio 2018) dedica al compositore francese, nell’anno del suo centenario (2018). Tra i brani in programma, alcuni ascolti inediti, l’integrale di Images ed Estampes e altri capolavori dell’impressionismo musicale.
Crossover
Dal 1937 – anno del trionfale debutto – a oggi, i Carmina Burana hanno avuto immensa popolarità e un destino decisamente pop: dal cinema, alla tv, fino agli spot pubblicitari, il ciclo di 23 brani è diventato una pietra miliare della musica corale. Sul palco, Orchestra e Coro della Fondazione Lirica Teatro Verdi di Trieste, diretti da Alessandro Cadario, insieme a solisti, Coro del Teatro Nazionale Sloveno di Maribor e Coro di voci bianche (22 ottobre 2017).
Ha appena festeggiato i primi vent’anni l’ensemble Sentieri Selvaggi, nato nel 1997 con lo scopo di avvicinare la musica contemporanea al grande pubblico. Al Teatro Verdi presenta una prima assoluta di Carlo Boccadoro (24 marzo 2018), suo direttore artistico e musicale, e brani di autori di fama internazionale (Glass, Nyman): un’occasione di assoluto interesse per esplorare i linguaggi compositivi delle nuove generazioni di autori.
Luoghi
Al crocevia tra i due continenti europeo ed asiatico, Istanbul per gli ottomani, Costantinopoli per i bizantini, è un millenario centro di riferimento della storia: miscela straordinaria di popoli e di religioni, da sempre meta di viaggiatori e artisti europei. Jordi Savall e l’Hesperion XXI presentano Istanbul (30 novembre 2017), caleidoscopio di brani dove la tradizione musicale Ottomana dialoga con le tradizioni Armena, Greca e Sefardita.
Nell’Europa del XIX secolo, una delle grandi capitali musicali è San Pietroburgo: luogo di straordinario fascino, all’epoca centro culturale della nazione grazie alla presenza di numerosi artisti e compositori. Un omaggio a due musicisti che a San Pietroburgo trascorsero parte della loro vita, Arensky e Čajkovskij, è proposto dal trio con Silvia Chiesa, Maurizio Baglini e la leggenda del violino Shlomo Mintz (11 dicembre 2017).
Altro luogo di bellezza assoluta, Venezia fa da sfondo al concerto con l’ensemble della violinista Amanda Favier (29 aprile 2018): a partire dalle celeberrime Quattro Stagioni, un gioco speculare di rimandi che lascia intravvedere le più celebri pagine vivaldiane e di altri compositori ispirati alle atmosfere della città lagunare.
Geometrie musicali: il Quintetto
Il progetto speciale 2017/’18 entra nel mondo della musica da camera: di scena il quintetto, declinato in quattro concerti, pari a quattro diverse geometrie sonore. La musica da camera è altrettanto nobile rispetto alla sinfonica e ha una letteratura sterminata.
Il percorso di quest’anno, sulla scia dei precedenti cicli dedicati a variazione pianistica, violoncello e violino, inizia il 19 novembre 2017 con una proposta sui Quintetti d’archi nel Romanticismo (Marco Rizzi, Gabriele Pieranunzi, Simonide Braconi, Francesco Fiore, Enrico Bronzi) e procede con i concerti di Stuttgart Consort (10 aprile 2018), Quartetto Brentano e Alessandro Carbonare (1 febbraio 2018), Quartetto Bennewitz e Alessandro Taverna (4 maggio 2018). Tutti i concerti del progetto speciale prevedono introduzioni all’ascolto a cura di Angelo Foletto.
Dall’antico al moderno
Anche quest’anno tre titoli di grande attrattiva per la Danza. Una vicenda senza tempo, dove gli accenni a un passato antico emergono con prepotenza, dominati dal tema del mare: Salue pour moi le monde! la rilettura dal Tristano e Isotta di Wagner, con il Ballet du Grand Théâtre de Génève (11 febbraio 2018), traduce in spettacolo visivo il dramma musicale e racconta una passione che tutto travolge.
Un balletto in tre quadri, pervaso dalla nostalgia per un passato libero e felice è la nuova proposta di Aterballetto: omaggio al coreografo Johan Inger, con musiche di Tom Waits, Patti Smith e Keith Jarret, Golden Days (3 marzo 2018) è un pensiero rivolto ai giorni felici, “l’età dell’oro” della vita di ciascuno. Finale di fuoco e passione con El amor brujo (19 aprile 2018), dal capolavoro di Manuel de Falla. Rivisitata in chiave originale dal Ballet Victor Ullate di Madrid, una delle più passionali storie di stregoneria e seduzione è presentata con un impianto coreografico altamente suggestivo e una colonna sonora arricchita da tre canzoni popolari, con variazioni di Paco de Lucia.
MAURIZIO BAGLINI
Dal mito all’arte, la parola ‘metamorfosi’ è la chiave che permette di andare oltre i confini tracciati e conosciuti, per entrare nel luogo del possibile e dell’immaginario.
Il linguaggio musicale vive in continua evoluzione: un processo di trasformazione ad opera dei compositori contemporanei, ma anche dei musicisti che rileggono in modo originale i repertori più noti. L’interpretazione di un medesimo brano, a prescindere dalla sua data di composizione, può variare a seconda degli stati d’animo o delle fasi esistenziali di uno stesso interprete, e queste diversità si possono confrontare: possono mutare nel tempo la grammatica e il lessico musicale, fino a trasformare radicalmente la versione originaria dell’esecuzione.
Volendo configurare la trasformazione come suggello di un collegamento fra le varie forme d'arte disponibili – dalla prosa alla danza, dalla musica alle arti figurative – il concetto di metamorfosi è fondamentale per guardare al futuro e non vivere nella tradizione stereotipata e statica costituita da proposte sempre uguali. Dal fattore mitologico a quello di pura e semplice trasfigurazione artistica, la metamorfosi ci porta al di là dei territori già esplorati, alimenta la curiosità per ciò che è ancora ignoto. La musica va proposta agli ascoltatori a seconda della qualità compositiva ed esecutiva che può offrire, in considerazione del fatto che tutto ciò che è elementare non significa sia per forza banale, così come tutto quel che è apparentemente difficile non è necessariamente inaccessibile. Metamorfosi in musica significa anche passaggio fra ‘godibile’ e ‘sconosciuto’, visto che troppo spesso si cataloga il dèjà vu, ovvero il conosciuto, come unica condizione di approccio immediato e di conseguente apprezzamento da parte del pubblico.
In questo processo di trasformazione, motivante e attraente per un bacino di ascoltatori e spettatori di qualsivoglia età, estrazione socio-culturale, e provenienza geografica, si individua l'obiettivo cruciale del Teatro Verdi di Pordenone: diventare un punto di riferimento internazionale capace di offrire qualità, originalità, varietà progettuale, attraverso proposte fondamentalmente diverse da quelle dei tradizionali circuiti. Proposte che possiedono un'indiscussa valenza esecutivo-culturale, scevra da qualsiasi forma di divismo o di esposizione mediatica precostituita. Una metamorfosi di un territorio che si nutre di esperienze internazionali e restituisce la propria dimensione cosmopolita all'esterno, grazie a una progettualità che distingue, ma al tempo stesso rende complementari, i concetti di cultura e di intrattenimento, senza trascurare la formazione e l'educazione.
Si ottiene quindi una programmazione in cui i giovani - anzi potremmo dire i nuovi - interpreti rappresentano la maggioranza, proprio nell'ottica di sviluppo di un pubblico che diventa sempre più parte integrante della proposta stessa: proposta ricca e variegata che arricchisce le sensibilità di tutti, senza esclusione. Unico modo per garantire una trasformazione culturale volta a creare una società più dinamica, produttiva e proiettata a un futuro capace di far tesoro della memoria: senza memoria non vi è rinnovamento, senza rinnovamento – o senza metamorfosi – nulla è interessante, nulla è nuovo.
MAURIZIO BAGLINI